Descrizione
Oggi è il “Giorno del ricordo” istituito con legge nel 2004 per commemorare i connazionali gettati nelle foibe durante la Seconda Guerra mondiale, con l’obiettivo di diffondere, soprattutto tra i più giovani, la conoscenza di questi tragici eventi.
I massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra, da parte dei partigiani jugoslavi . Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici, che nella Venezia Giulia sono chiamati "foibe", dove furono gettati molti dei corpi delle vittime.
Per molto tempo, la vicenda di quel confine, il più estremo verso Est della penisola e quello dove anche nel dopoguerra si sono perpetrate violenze, è rimasta in parte sconosciuta al resto della nazione.
Al massacro delle foibe seguì l'esodo giuliano dalmata, ovvero l'emigrazione più o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia, territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia.
“Ricordare questo massacro e le vicende di quest’esodo è importante - commenta il Sindaco Roberta Bonori- perché la storia si può capire davvero solo se leggiamo tutte le sue pagine e quella delle foibe è rimasta taciuta per molto tempo. Non esistono e non possono esistere vittime di “serie b” e la violenza va sempre condannata senza giustificazioni.
Il nostro dovere è quello di riportare alla luce ogni evento doloroso del nostro passato, affinché non si ripeta nel nostro presente e sia un monito per il futuro.”
I massacri delle foibe sono stati degli eccidi ai danni di militari e civili italiani autoctoni della Venezia Giulia, del Quarnaro e della Dalmazia durante la seconda guerra mondiale e nell'immediato secondo dopoguerra, da parte dei partigiani jugoslavi . Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici, che nella Venezia Giulia sono chiamati "foibe", dove furono gettati molti dei corpi delle vittime.
Per molto tempo, la vicenda di quel confine, il più estremo verso Est della penisola e quello dove anche nel dopoguerra si sono perpetrate violenze, è rimasta in parte sconosciuta al resto della nazione.
Al massacro delle foibe seguì l'esodo giuliano dalmata, ovvero l'emigrazione più o meno forzata della maggioranza dei cittadini di etnia e di lingua italiana dalla Venezia Giulia, del Quarnaro e dalla Dalmazia, territori del Regno d'Italia prima occupati dall'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia del maresciallo Tito e successivamente annessi dalla Jugoslavia.
“Ricordare questo massacro e le vicende di quest’esodo è importante - commenta il Sindaco Roberta Bonori- perché la storia si può capire davvero solo se leggiamo tutte le sue pagine e quella delle foibe è rimasta taciuta per molto tempo. Non esistono e non possono esistere vittime di “serie b” e la violenza va sempre condannata senza giustificazioni.
Il nostro dovere è quello di riportare alla luce ogni evento doloroso del nostro passato, affinché non si ripeta nel nostro presente e sia un monito per il futuro.”
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Ultimo aggiornamento pagina: 10/02/2021 10:44:03