Descrizione
“Se c’è una cosa che forse ci distingue da gioco di calcio maschile, è la “passione” , totalmente gratuita che ci mettiamo e che compensa le difficoltà che dobbiamo vivere”. A parlare è Laura Querzola, giocatrice della squadra di calcio femminile di Granamica.
Una squadra partita come un “esperimento” nel 2011, che si è rivelata una scommessa più che vinta, riscontrando entusiasmo e sempre crescente partecipazione dalle donne
Laura, amministratrice di condominio di giorno e calciatrice il resto del tempo, ci descrive l’avventura calcistica in Granamica come il suo rituale necessario di libertà, condiviso con un gruppo di altre sportive molto affiatate, che insieme stanno scrivendo una piccola grande storia di cambiamento.
Quando e come è iniziata quest’esperienza?
L’avventura è iniziata quando Granamica ha lanciato il “Progetto mamme”, destinato proprio ad avviare allo sport del calcio le mamme da lì è proseguita con successo portando alla formazione di una vera e propria squadra femminile.
Io, a livello personale ho iniziato in corrispondenza del mio quarto anno di Scuola Superiore, vedevo mio fratello giocare a calcio. E questa è stata la spinta che mi ha motivato a conoscere quel mondo e a sperimentarmi in questo campo.
Una squadra partita come un “esperimento” nel 2011, che si è rivelata una scommessa più che vinta, riscontrando entusiasmo e sempre crescente partecipazione dalle donne
Laura, amministratrice di condominio di giorno e calciatrice il resto del tempo, ci descrive l’avventura calcistica in Granamica come il suo rituale necessario di libertà, condiviso con un gruppo di altre sportive molto affiatate, che insieme stanno scrivendo una piccola grande storia di cambiamento.
Quando e come è iniziata quest’esperienza?
L’avventura è iniziata quando Granamica ha lanciato il “Progetto mamme”, destinato proprio ad avviare allo sport del calcio le mamme da lì è proseguita con successo portando alla formazione di una vera e propria squadra femminile.
Io, a livello personale ho iniziato in corrispondenza del mio quarto anno di Scuola Superiore, vedevo mio fratello giocare a calcio. E questa è stata la spinta che mi ha motivato a conoscere quel mondo e a sperimentarmi in questo campo.
Di quali difficoltà risente una donna che gioca a calcio?
Risente del fatto che ancora – molte volte- la sua attività sia considerata di serie B dalle persone e che tra gli impegni lavorativi e personali sia difficile coltivare con dedizione questa passione. Questo sport richiede tempo e ci sono tante mamme che devono diversi fra lavoro e gestione della famiglia e nonostante questo dare anche costanza all’allenamento.
Risente del fatto che ancora – molte volte- la sua attività sia considerata di serie B dalle persone e che tra gli impegni lavorativi e personali sia difficile coltivare con dedizione questa passione. Questo sport richiede tempo e ci sono tante mamme che devono diversi fra lavoro e gestione della famiglia e nonostante questo dare anche costanza all’allenamento.
Quali pregiudizi avete riscontrato?
Soprattutto in campo: all’inizio alcuni arbitri, durante le partite, ci guardavano con diffidenza e ricordo anche qualche episodio in cui qualcuno, rispetto alle nostre contestazioni in campo, ci diceva “ma che ne volete capire voi?”
Persistono ancora questi atteggiamenti? No, c’è stato un netto miglioramento e questo tipo di episodi non si verifica più. Ma rimangono ancora alcuni gap nel sistema: è infatti difficile trovare donne che giocano a calcio che siano stipendiate, cosa che avviene molto più di frequente fra gli uomini.
Soprattutto in campo: all’inizio alcuni arbitri, durante le partite, ci guardavano con diffidenza e ricordo anche qualche episodio in cui qualcuno, rispetto alle nostre contestazioni in campo, ci diceva “ma che ne volete capire voi?”
Persistono ancora questi atteggiamenti? No, c’è stato un netto miglioramento e questo tipo di episodi non si verifica più. Ma rimangono ancora alcuni gap nel sistema: è infatti difficile trovare donne che giocano a calcio che siano stipendiate, cosa che avviene molto più di frequente fra gli uomini.
Qual è il piccolo grande sogno che vi siete prefissate di realizzare?
Creare una squadra di “pulcine”: bisogna, fin da piccole, dare all’opportunità alle bambine di conoscere questo sport e una squadra a loro dedicata è il miglior modo per accompagnarle in questo percorso.
Creare una squadra di “pulcine”: bisogna, fin da piccole, dare all’opportunità alle bambine di conoscere questo sport e una squadra a loro dedicata è il miglior modo per accompagnarle in questo percorso.
Manuel Lazzari, Vicensindaco e Assessore alle Politiche scolastiche, Politiche giovanili e Politiche sportive
A cura di
Ultimo aggiornamento pagina: 01/12/2021 16:35:34